
Che siano nuvole, uccelli, aquiloni o sogni, non smettere mai di guardare in alto
Hai da poco compiuto 18 mesi e, alla faccia di tutti quelli (terroristi!) che dal test positivo mi riempiono di ‘adesso vedrai!’, ‘è finita la pacchia!’, ‘ora ti tocca!’, devo dire che è una gran figata. Stai crescendo velocemente. Così velocemente che ho bisogno di fissarti qui, per ricordarmi di tutte quelle piccole cose in cui oggi sono immersa e domani mi mancheranno tanto, anche se sarò immersa in altri momenti meravigliosi di te.
I ‘ciao mamma‘ la mattina appena sveglia, i ‘mamma baccio‘quando ti accoccoli prima di dormire. E’ da qualche mese che hai iniziato con le parole, ma questi primi abbozzi di frasi sono ogni volta un brivido al cuore. E penso a quella sorta di conversazione al telefono di qualche giorno fa: ‘ciao amore mio‘, ‘ciao moe‘, ‘come stai?‘, ‘bene‘, ‘hai mangiato?‘, ‘mm‘. E quando la sera ti porto a dormire e seduto sul letto mi racconti per l’ennesima volta che ‘nonna, pumpete, fagoe‘ (nonna è caduta mentre raccoglieva le fragole). È dolce l’emozione che c’è dietro queste piccole cose, il tuo volermi raccontare, voler condividere con me le cose che ti sono accadute quando io non c’ero. Sono i primi semi di quella fiducia che sarà fondamentale in futuro, sono le nostre prime, consapevoli, confidenze.
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