Pizza soffice soffice

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Cipolletto ha gradito molto (tanto per cambiare)

Questa è la pizza che ho fatto per la prima volta al compleanno di Enea e che è riuscitissima. La ricetta originale è di mia zia e prevede l’aggiunta di grasselli (i ciccioli, in “italiano”), ma io non li ho messi, avendola fatta bianca con cipolla, e con pomodoro e mozzarella. La cosa particolare è che l’impasto rimane molto molto molto umido, appiccicosissimo, che lì per lì pensavo di aver sbagliato qualcosa. Ma mia zia mi ha rassicurato dicendomi di lavare bene le mani, ungerle d’olio e stendere l’impasto su una teglia anch’essa bella unta di olio, ed effettivamente si stende benissimo e non si appiccica affatto. Continua a leggere

Una poesia per la festa del papà

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A spasso lungo il Potenza

Questa è la nostra terza festa del papà. La prima eravamo  in ospedale, Enea aveva appena 24 ore, ho mandato mia madre al bar a prendere un Bacio Perugina e me la sono cavata così. La seconda, con Andrea in casa malato e la festa del primo compleanno da organizzare, sono riuscita a ricalcare la manina di Enea su un foglietto, che aprendosi formava un cuore. Continua a leggere

Si va in trasferta. E me la godo!

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Ti svegli, apri la finestra, e c’è Vienna là fuori

Bene, con questo racconto voglio inaugurare la saga della “Madre Degenere”, quella che porta gli altri ad attribuirti sensazioni che non provi, o a stupirsi di fronte al modo in cui affronti certe situazioni, perché non è così che se lo immaginavano o perché loro non avrebbero fatto lo stesso. Un modo per accettare la diversità e riderci su, prenderne al solito il meglio e lasciare il resto. Mi sento una brava mamma, una che ce la mette tutta, se non altro, che cambia se stessa se si accorge di non essere ‘abbastanza’, per restare coerente alla sua visione di genitorialità. Per questo voglio provare a sdrammatizzare, a sorridere di quelle cose che non tutti comprendono o approvano. Perché la verità non è per forza di qua o di là, e non è nemmeno una sola, molto spesso. Parlerò di quando lascio Enea, di quando è malato, di come lo vesto. E altri argomenti arriveranno, nel mio percorso di Mamma Degenere.

Ma cominciamo, è ora. E lo faccio parlando della mia prima trasferta di lavoro. Della prima volta in assoluto che lascio Enea per la notte, da quando è nato. Per 3 notti, addirittura. Continua a leggere

Il nostro carrello della spesa

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La prima volta di Enea nel carrello!

Premessa. questo articolo potrebbe urtare la sensibilità di vegetariani e vegani. Qui si racconta come proviamo a consumare in maniera responsabile, è la nostra esperienza di famiglia onnivora. Non cercate di farci cambiare idea, non deviamo dall’oggetto di questo articolo.

Come per molti altri aspetti della mia vita sono una persona fortunata. Nonni contadini e allevatori, ho avuto il privilegio di passare la mia infanzia mangiando tante cose di casa; pur abitando lontani, si andava a trovarli tutte le domeniche e ricordo bene, al ritorno, la macchina carica di verdure di stagione, carne varia congelata, uova e salumi. Da starci bene per quasi tutta la settimana. Poi certo, eravamo negli anni in cui la pubblicità e il marketing sono esplosi, rendendo necessario l’innecessario. Continua a leggere

Il nostro consumo (più o meno) consapevole

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La strada verso un consumo consapevole

Figlia di una madre che odia cucinare (ma quando lo fa, lo fa bene eccome!) e di una generazione in cui il prodotto industriale era visto come migliore di quello fatto in casa, la mia passione per la cucina ha mosso in adolescenza i primi passi partendo da una scatola di Torta pronta Cameo e un sacchetto di “4 salti in padella”. Crescendo ho affinato il gusto per le cose fatte a mano, fatte bene e fatte buone. Quando dopo 1 anno in cui vivevo da sola ho dovuto buttare una confezione di Sofficini perché scaduta, ho capito che il cambiamento procedeva nella giusta direzione. La svolta definitiva è stata data dalla nascita di Enea, complice il tempo a disposizione per esplorare il contesto del consumo consapevole e a filiera corta, e la voglia di dargli il meglio, sia a livello di qualità che di abitudini alimentari. Il risultato è stato l’ingresso nel Gruppo di Acquisto Solidale (GAS) di Fabriano, e la selezione di un numero limitato di produttori, coltivatori e allevatori perlopiù locali. Continua a leggere