Chi sono

DSC_0502

“il viaggio è on the road, la cucina etnica
la musica è De Andrè, la lettura saggi di psicologia e pedagogia
lo sport è yoga, il relax amici a cena
la vacanza è in tenda, la domenica sempre un posto nuovo
il passo è veloce, la lingua sciolta
l’inizio è timido, il resto è ironia
il passato è free climbing, il presente passeggiate e trekking
il futuro è miglioramento, il sogno è la quadratura del cerchio
la sfida è fluire nel cambiamento, la bellezza il rispetto dei luoghi
l’impegno è il mio uomo accanto, la felicità il sorriso dei miei figli”

Se le cose più preziose sono al di fuori della propria zona di comfort, studiando comunicazione all’università dovrei aver fatto la scelta più saggia della mia vita. Timidezza e intolleranza ai riflettori mi fanno dubitare che lo sia, ma il calore che si accende dentro quando un progetto ‘mi prende’, prova di nuovo a ricordarmelo.
Fatto sta che raccontare scrivendo mi riesce meglio che a parole, e lo stesso vale nel dare forma alle idee, piuttosto che voce.
Questo è il mio lavoro.

Poi c’è il resto, che è in realtà il più.
Andrea, compagno di vita, errori e vittorie. Progettista elettrico, elettricista, imprenditore e gran lavoratore. Ma più di tutto, compagno. Di poche parole, ci penso io a riempire i suoi silenzi, per la sua gioia. Uomo generoso, altruista e sempre pronto. Pieno anche di difetti, che ancora mi scopro a scoprire e che cerco di infilare nella nostra vita senza che facciano troppo rumore. Come provo a fare con i miei.

Enea, bimbo ‘Felicetto’ nato a marzo 2015, maestro di ‘tempo’ e ‘valore’. Mi ha insegnato che ogni cosa, anche la più difficile, può essere affrontata e superata; che il tempo passa, spesso troppo velocemente, e il futuro non è che cambiamento, al quale dobbiamo af-fidarci con determinazione. Mi ha insegnato che sono piena di limiti, ma che valgo più di quello che penso, perché i miei limiti posso superarli, molti ne ho già superati e tanti altri ne ho incontrati, nel mio percorso di madre, e donna, e amica e compagna.

Da marzo 2018 c’è anche Eva, secondogenita ad alto contatto, parca di risate ma ricca di sorrisi.
Delicata ma dirompente, nata al mondo in un lampo, per prendersi poi tutto il tempo necessario ad affrontare lo spazio oltre il confine delle mie braccia.
Ha trovato una mamma nuova, diversa da quella che ero stata per Enea, a conferma del continuo divenire di tempo ed essenza, lei è il mio ‘panta rhei’.

E poi ci sono io, in questo nuovo percorso che mi ha aperto alla vita. Diventare madre è stato il più grande dono che la vita potesse farmi. ‘Vedrai adesso, è finita la pacchia’, dicono. Invece no. E’ adesso che inizia tutto. Perché essere madre mi ha aperto ad un modo nuovo di affrontare la vita, il lavoro, me stessa. Mi ha aperta ad un mondo di possibilità, mi ha abituata al cambiamento, e a gestire le cose con amore e determinazione, e a razionalizzare. A non fuggire davanti alle situazioni scomode, perché con una creatura che è nelle tue mani non puoi permettertelo, e allora ti scopri una forza e delle capacità che non sapevi, e che puoi usare in tutti gli altri spazi della tua vita.

Anni fa avevo scritto un articolo, ‘Non si nasce una volta sola‘, sul sito del mio gruppo di amici climbers. Quel sito non c’è più, ma io so di essere nata ancora una volta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *