Differenze tra primo e secondo parto – intro

Monitoraggio contrazioni
Dopo la gravidanza, si spera sempre, arriva il parto.
Ci sono donne che rinunciano al secondo figlio per non rivivere l’esperienza della nascita, altre che passano la gravidanza con la paura di ciò che accadrà nel momento in cui il cucciolo tanto atteso verrà alla luce. Addirittura esiste una patologia, per spiegare la paura del parto: la tocofobia.

Così come le mie due gravidanze, anche i miei due parti sono stati totalmente diversi, per quanto entrambi siano andati bene. Onestamente in merito al primo parto mi chiedo se ingenuità e positività mi abbiano fatto considerare buona un’esperienza che rispetto ai racconti di altri parti, e anche rispetto al mio secondo, tanto buona potrebbe non sembrare.
Quello che di certo ho imparato, è che non si può mai sapere e che in questi casi l’esperienza conta davvero poco. Ogni parto è un mondo a sé, tanto vale viversi la gravidanza serenamente e lasciarsi portare dalla natura con resilienza e fiducia, senza ansie ne aspettative.

Tornando al racconto dei miei parti, il desiderio è quello di dedicare uno spazio ad ognuno dei miei figli, per ricordare loro i momenti e le emozioni che ho vissuto mentre lavoravamo insieme per incontrarci, e cosa stava accadendo dentro e fuori di me mentre attendevo che il loro arrivo mi sconvolgesse la vita e il cuore (e pure la testa!). Dopotutto Casa Tufilla nasce come un diario, per lasciare ai miei figli traccia di quelli che sono i momenti importanti della nostra famiglia e le cose che, nel bene e nel male, mi stanno insegnando.

Intanto, nell’attesa dei racconti di nascita di Enea ed Eva, vi spoilero subito la trama dei due episodi:

Enea, data presunta del parto 4/4/2015

  • 17/03/2015, ore 5:00 – rottura delle acque
  • 6:00 – ricovero in ospedale
  • 15:00 – interruzione delle comunicazioni col resto del mondo (alias, inizio travaglio doloroso)
  • Allo scoccare della mezzanotte, il 18/3/2015 entro in sala parto
  • 2.12 – è nato!

Sintesi: a 22 ore dalla rottura delle acque, dopo 12 ore di travaglio attivo e 2 ore in sala parto è nato Enea.

Eva, data presunta del parto 6/3/2018

  • 1/03/2018, ore 7:00 – rottura delle acque
  • 8:00 – ricovero in ospedale
  • 8:15 – interruzione delle comunicazioni col resto del mondo (alias, inizio travaglio doloroso)
  • 9:00 – entro in sala parto
  • 9:26 – è nata!

Sintesi: a 2 ore dalla rottura delle acque, dopo 1 ora di travaglio attivo e 20 minuti in sala parto è nata Eva.

Il primo parto è stato inaspettato, lungo e solitario.
Il secondo attesointenso e frenetico.

Quale dei due è stato migliore? Probabilmente il secondo, se non altro perché non mi sono stancata fisicamente e l’impazienza di vedere la mia cucciola è stata sostituita dalla sorpresa di averla tra le braccia prima di quanto immaginassi.

Ma al di là dell’esperienza fisica in sé, entrambi sono stati un faccia a faccia e un superamento dei miei limiti, un viaggio profondo, diritto all’essenza del mio essere Isabella.
Credo che nell’esperienza più primitiva che una donna e il suo compagno possano vivere, vengano fuori le caratteristiche più profonde e intime di una persona.
Il coraggio o la paura, la forza o la fragilità, la razionalità o l’emotività, tutto ciò che realmente siamo, in quel momento intimo e intenso non possiamo nasconderlo e viene fuori con tutta la sua potenza. Partorire è un viaggio dentro noi stessi, e come tutte le esperienze forti della vita, ci apre alla conoscenza di angoli di noi che non avevamo mai esplorato. 

Dopo tutto ciò arriva il post-parto, ma quella è un’altra storia… e ve la racconterò, tranquilli.

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