I 7 motivi per cui sono una madre degenere: #2 salute

Febbre

Questa febbre ci distrugge

Non sono una mamma apprensiva, sarà la razionalità che mi trattiene dal cedere alle crisi di panico, ma non vado in tilt di fronte ad una sfebbrata, una tosse o addirittura un raffreddore. Finché Enea sta tranquillo, è attivo e gioca non mi preoccupo più di tanto. E da restia alle medicine quale sono, anche per lui le uso solo quando necessario.

Certo, la parola ‘necessario’ di per sé è fuorviante, perché ognuno gli dà il suo personale ‘peso’. Per la mamma un po’ più ansiosa le medicine sono sempre necessarie per far star bene il suo bambino, per quelle un po’ più sciolte come me, non lo sono quasi mai.
Quale sia la strada giusta non posso dirlo, perché come al solito non c’è una sola verità (dopotutto medici diversi danno cure diverse per le stesse malattie), ma posso dire che ho trovato la mia strada giusta, quella che più rispecchia il mio modo di essere. Se poi sia fortuna, tempra forte o diretta conseguenza di queste scelte non lo so, fatto sta che io non mi ammalo facilmente e anche Enea, passato il primo anno di asilo beccandosi anche l’impossibile (vedi asilite), ora che è all’ultimo, devo dire che manca per malattia davvero molto poco.

Ci tengo a precisare che la salute è una cosa importante e il mio non prendere medicine non significa sottovalutare i rischi, ma solo dare fiducia al sistema immunitario e intervenire quando non si può guarire da soli o i disturbi fanno stare proprio male (e anche qui si potrebbe aprire un capitolo sulla soglia del dolore, ma eviterei). Ovvio che questo vale per la normale amministrazione delle solite malattie stagionali, mai mi sognerei di intervenire nelle prescrizioni dei medici in caso di problemi importanti o in situazioni che non sono ‘normali’. E soprattutto, una volta che mi affido a loro, poi mi fido.

In questi primi 3 anni da mamma, ho imparato a gestire così i disturbi più frequenti:

Febbre

Dopo le prime febbri, in cui il pediatra, tra domande e consigli di rito, mi diceva di chiamarlo dopo 2-3 giorni se non passava, ho imparato a gestire la situazione e lo chiamo solo dopo il terzo giorno di febbre alta, a meno che non ci siano esantemi o altri segnali strani. La Tachipirina solo sopra 39° di temperatura e dopo 48 ore senza febbre lo mando tranquillamente all’asilo.
Perché? Perché la febbre non è che il meccanismo che il corpo attiva per difendersi, alzando la temperatura inibisce infatti lo sviluppo di virus e batteri e aiuta il sistema immunitario a combatterli. Abbassare la febbre a priori significa non dare al corpo la possibilità di curarsi.
Eppure, ad ogni febbre, parte il tam tam di telefonate mamma-nonna per convincermi a chiamare subito il pediatra, perché “Se poi gli vengono le convulsioni? Ma come si fa? Ma che ti costa chiamarlo? E se non è ‘solo febbre’? Ma non gli dai niente? Ma lo fai soffrire così…“. Eh già, che madre di merda.

Qui sotto vi lascio uno specchietto molto utile trovato sulla rivista UPPA, un pediatra per amico, stampatelo e tenetelo a portata di mano.

La Febbre

I consigli di UPPA per gestire la febbre senza paura

Tosse e raffreddore

A riguardo, vi riporto qualche stralcio di un articolo pubblicato sul numero 6/2016 della rivista UPPA, a cui faccio frequentemente riferimento in caso di dubbi o voglia di approfondire alcuni argomenti.

La tosse non è una malattia ma un meccanismo di difesa che serve a eliminare secrezioni e materiale estraneo dalle vie respiratorie […]. È però un sintomo particolarmente fastidioso, disturba spesso il sonno notturno e mette in allarme i genitori, tanto che i medicinali per “far passare la tosse” […] sono tra i più venduti al mondo.
Se “calmiamo” la tosse con un sedativo, il muco ristagna nelle vie respiratorie, restringendole o addirittura ostruendole e se diamo a un bambino un mucolitico il volume delle secrezioni bronchiali aumenta: l’eliminazione del muco diventa difficile e possono derivarne gravi difficoltà respiratorie, specie nei bambini più piccoli.

Fortunatamente non tutte le malattie, per guarire, hanno bisogno di medicine; alcune migliorano naturalmente con il tempo, come la tosse e il raffreddore che […] si risolvono spontaneamente in un paio di settimane.
La maniera migliore per affrontarle è aspettare. Il miele è una sostanza efficace […] nel ridurre il fastidio e l’intensità della tosse notturna (da utilizzare solo dopo il primo anno di vita).

In caso di tosse e raffreddore nel bambino:

  • Non usare calmanti della tosse, mucolitici, espettoranti al di sotto dei 6 anni.
  • Offrire molti liquidi.
  • Lavare il naso con soluzione fisiologica appena tiepida.
  • Cambiare spesso l’aria nelle stanze e umidificare l’ambiente.
  • Non fumare in casa ed evitare ovunque l’esposizione del bambino al fumo di tabacco.
  • Evitare gli ambienti troppo riscaldati.
  • Lavarsi le mani più volte al giorno per diminuire il rischio di contagio.
  • Evitare i luoghi con elevato inquinamento.”

Ecco, quello che facciamo con Enea è praticamente questo, per il raffreddore solo lavaggi nasali col rinowash (noi abbiamo questo di Nebula, e ci troviamo bene) e per la tosse niente, al massimo potrei provare ad usare lo sciroppo per la tosse con miele, zenzero e limone che ho fatto per me, ma visto che di solito le medicine le sputa tutte, per ora ho preferito semplicemente aspettare. E vi giuro, la tosse è passata nonostante non gli abbia dato niente…che madre di merda fortunata che sono!

Virus intestinale

Giusto qualche settimana fa Enea ci preparava alla cena vomitando tutto quello che aveva mangiato dalla mattina addosso al padre. Uno spettacolino che non vi auguro, ma che purtroppo qualunque genitore ha vissuto più di una volta in vita sua.
In caso di vomito e diarrea, l’unica cosa che facciamo è stare attenti al rischio di disidratazione. I fermenti lattici, contrariamente a quanto si crede, non fanno miracoli.
Certo, se il bambino ha meno di 6 mesi, è pallido, fa poca pipì, ha sangue nelle feci e vomita da più di 24 ore il pediatra va chiamato.
Con il vomito (che di solito si risolve in 24 ore) non diamo cibi solidi, ma facciamo in modo che beva frequentemente liquidi leggermente zuccherati (acqua, camomilla, tè), un sorsetto ogni 5 minuti, per 6-8 ore dall’ultimo episodio di vomito.
Con la diarrea (più scariche di feci liquide, un solo episodio non è diarrea) non lo faccio stare digiuno e non seguo la cosiddetta dieta in bianco, non ci sono cibi da evitare a priori, assecondo piuttosto il suo appetito, privilegiando comunque cibi leggeri e poco conditi. Ho imparato poi che gli strascichi di una diarrea possono durare anche due settimane, ma se Enea recupera l’appetito e mangia, non faccio niente di particolare, come ogni madre degenere che si rispetti, naturalmente!

Dentizione

Mai dato niente per i denti (e a due anni Enea aveva già messo tutti quelli previsti, quindi il bello lo abbiamo passato). Certo, abbiamo passato notti a cullarlo e l’ho allattato a oltranza, se aveva bisogno di conforto, si è masticato di tutto, le mani in particolare, ma non abbiamo sentito il bisogno di dargli nulla. Saremo stati sadici? Spero proprio di no, l’intenzione non era certo quella. Abbiamo proposto giochini refrigerati da mordicchiare e ho provato anche con la radice di viola (contiene una sostanza naturale antinfiammatoria rilasciata nel momento in cui viene morsa), ma Enea non ha mai mostrato particolare interesse, lasciandoci pensare che il fastidio non fosse esagerato e gli fossero sufficienti i suoi mezzi (le mani) e il nostro conforto (le braccia e il seno). Quanto alla collanina di ambra, ce l’hanno regalata, ho provato anche a mettergliela, ma la paura che si rompesse o ci si strozzasse superava i benefici che poteva potenzialmente portare, quindi l’ho tolta quasi subito. Anche qui, mi affido alle parole di UPPA “Si tratta del solito trucchetto: inventarsi un falso problema, produrre un falso rimedio, fare tanta pubblicità e alla fine guadagnarci un po’ di soldini.” Madre degenere e pure tirchia, quindi.

Sono troppo easy? Forse per alcuni sì, ma per me anche no.
Ovvio che questa è la mia esperienza di mamma, non sono un medico e non sto dicendo di sostituirvi al pediatra.
Se avete dubbi o siete alle prime armi, chiamatelo!
Io sono giunta a queste ‘conclusioni’ dopo essermi confrontata con lui, aver letto articoli scritti da altri pediatri e aver fatto ‘esperienza’ con i malanni di Enea.
Detto questo, l’importante è tenere gli occhi aperti e non farsi prendere dal panico. E resistere alla carica delle nonne urlanti “madre degenere che non sei altro!, soprattutto.

I 7 contenuti della serie ‘madre degenere’
  1. Allattamento
  2. Salute (l’hai appena finito di leggere)
  3. Autosvezzamento
  4. Abbigliamento e cura
  5. Religione (coming soon)
  6. Esisto anche io (coming soon)
  7. Educazione (coming soon)
  8. Mamma (degenere?) nel tempo libero

4 pensieri su “I 7 motivi per cui sono una madre degenere: #2 salute

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