5 regole per sopravvivere alle chat di gruppo (e ai social media in genere)

Differenza_zanzara

Chi ha paura delle chat di gruppo?
Chi ne è miracolosamente  fuori?

Io ne ho almeno 10, tra Whatsapp e Messenger: amiche (3), familiari (4), scuola (2), associazioni (2), gruppi di acquisto (2).
Devo dire che funzionano tutte abbastanza bene, c’è qualche scivolone ogni tanto, ma con pazienza, tolleranza e buone pratiche la convivenza è positiva.

MA…c’è un MA.
Poche settimane fa, devo ammetterlo, ho sentito questa convinzione vacillare.

In una delle chat di scuola dei miei figli, durante uno scambio di battute in merito ad una foto, era stata sollevata una riflessione sul “maschi vs femmine” che aveva trovato concordi diversi genitori. Il rappresentante ha allora proposto il quesito alle maestre e quando è tornato con la risposta, memore del clima disteso da cui proveniva, ho fatto una battuta.

Non l’avessi mai fatto.
Mi sono sentita improvvisamente Il gladiatore:

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=K3OLrDA_nto]

Al mio segnale scatenate l’inferno

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La rabbia delle mamme 

rabbia delle mamme

La quiete dopo la tempesta

Ci sono notti in cui ti siedi accanto al suo letto e lo guardi, addormentato e quieto, chiedendoti da dove esca quel bambino che sfida, sordo a qualsiasi richiamo, sfuggente e fiero.
Poi ascolti il tuo respiro e ti guardi, innamorata e quieta, chiedendoti da dove esca quella mamma che urla, incapace di contenere la rabbia, furiosa e cieca.
E capisci.
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Basta curare i bambini. Prendiamocene ‘semplicemente’ cura.

Parco giochi

La scorsa settimana ho avuto l’occasione di incontrare nuovamente il ‘mio’ pedagogista di riferimento, Paolo Cingolani di Liberamente, grazie ad uno degli incontri periodici organizzati dall’asilo Fantaghirò di Fabriano. A dispetto dell’ultima volta, in cui la conversazione era stata abbastanza libera e partiva direttamente dalle domande dei genitori, il pedagogista ha voluto affrontare un argomento preciso e che gli sta molto a cuore: il tornare a prendersi cura dei bambini, anziché curarli.

La sua riflessione parte da alcuni concetti fondamentali: Continua a leggere

Educare senza arrabbiarsi, è possibile? Pare di sì…e tentar non nuoce.

Gentilezza

Le delicatezze di un bimbetto di due anni e poco più.

Che io sia una lettrice accanita, di siti, blog, libri e articoli, ormai dovreste saperlo.
E anche che sono mamma di un bambino primitivo, che morde e pizzica quando è in preda alle emozioni (e pure schiaffi, ultimamente, che ci mancavano, sia mai!).
Sono pure costantemente devastata dall’autocritica, dal perfezionismo e dalle manie di controllo.
Metti insieme questi 3 ingredienti e cosa ne viene fuori? Una mamma che di fronte alle fasi critiche e ai comportamenti del proprio bambino, legge, si informa e le prova tutte, perché è vero che i comportamenti dei bambini non sono sempre colpa nostra, ma è una nostra responsabilità aiutarli a gestirli e correggerli, certi comportamenti, se non sono positivi.

E allora, dopo i rimedi fai da te e le lettere alle riviste di pedagogia e le varie leggi del taglione, sono approdata, grazie al consiglio di un’amica, sulla pagina youtube di Bimbiveri, a cui è associato l’omonimo sito. Tra i due, quello che vi consiglio di seguire è il canale youtube, dove ci sono numerosi video in cui Roberta Cavallo, consulente con diversi anni di esperienza in centri di affido familiare, racconta in modo chiaro e semplice la sua esperienza. Esperienza che, a quanto pare, ha funzionato con successo con i bambini in affido, di certo più delicati.
E allora perché non dovrebbe funzionare con Enea?“, mi sono detta.
E nelle pause pranzo e la sera a letto, ho preso l’abitudine di ascoltarmi uno o due video della Cavallo apprendendo dei principi che sto applicando con Enea…certo, ci vuole tempo e perseveranza, ma qualcosa inizia a muoversi, in queste ultime due-tre settimane (vi avevo anticipato qualcosa in questo post). Spesso la ascolto anche in macchina, perché ho scaricato i video sul mio cloud e posso sentirli senza finire i Giga (…come mi è già successo…tontolona!) Continua a leggere

Si può preparare un bambino a diventare fratello maggiore?

Fratello maggiore

Enea ed Eva (sì, lei è proprio lì, sotto la mia maglia :)). Credits: Anna Maria Martsenkova

Mancano poco più di 4 mesi al momento in cui Enea diventerà fratello maggiore.
Sin dal test di gravidanza ci siamo chiesti come avremmo potuto accompagnarlo in questa attesa e aiutarlo ad affrontare un cambiamento così grande. Come mio solito, il primo passo è stato quello di leggere. Iniziando da qualche articolo online, per poi passare ai libri. Per me e per Enea. Continua a leggere

La notte peggiore della mia vita di mamma

Notti in bianco con Batman

Non sarò una supermamma, ma ho un figlio supereroe.

O almeno credo, ‘ché si sa, i ricordi poi si affievoliscono e sembrano sempre meno amari. Per questo stavolta ho deciso di scriverla subito, quella che penso essere stata la notte peggiore della mia vita di mamma.
Una notte in cui non c’entravano malanni o ansie. C’entrava la mia testa, che è crollata. Come in un videogioco anni ’90: GAME OVER, insert coin. E mentre Enea piangeva in camera sua, io piangevo seduta nel mio letto, con tanto di sangue dal naso, a me che non succede mai, immagino avessi la pressione alle stelle.
All’improvviso mi ero sentita persa, e sola, e incapace di prendere alcuna decisione che fosse buona per Enea. All’improvviso mi sono vista egoista e sbagliata. Continua a leggere

Addio pannolino, è stato bello.

Ce l’abbiamo fatta, Enea è pannolino free.

Abbiamo seguito gli spunti Montessori e i consigli di EasyMum sullo spannolinamento, e deciso di toglierlo una volta per tutte, per non confondere Enea.
Abbiamo iniziato il 9 giugno, prima del previsto. Sono stata costretta ad anticipare, affrontando poi quelle difficoltà che immaginavo e che mi avevano fatto decidere per il 23.

Addio vasino1.jpg

Ho dovuto anticipare perché tra chi si prende cura di Enea, qualcuno ha deciso che il pannolino non glielo avrebbe più messo quando erano insieme. Ho provato a manifestare il mio disappunto, inutilmente. E allora ho tirato in ballo quella cosa meravigliosa che si chiama resilienza, e invece di imbarcarmi in una guerra di potere (ah, come sono cambiata con la nascita di Enea!), ho deciso di anticipare. Continua a leggere

Spannolinamento secondo il metodo Montessori

titulo2bdejar2bel2bpa25c32591alEnea è ormai spannolinato, ecco come è andata.

Ai consigli di EasyMum che mi hanno aiutato a gestire al mio meglio l’addio di Enea al pannolino, voglio aggiungere alcuni spunti che ho trovato sul sito Aprendiendo con Montessori. L’articolo originale è in spagnolo, ma vi risparmio la fatica di tradurlo e lo faccio io per voi.
Per tutte le mamme che trovano valore nel metodo Montessori, pur con le difficoltà nell’applicarlo e i necessari adattamenti alla vita e alle abitudini di ognuno, può essere una lettura interessante. In linea di massima, è comunque coerente con quanto suggerito da EasyMum. Continua a leggere

Spannolinamento: i consigli di Easy Mum

Spannolinamento

La prima pipì di Enea sul vasino, la scorsa estate. In adolescenza pagherò caro l’aver pubblicato questa foto 😛

Enea ha due anni, il caldo è alle porte e la questione ‘spannolinamento’ inizia ad assumere le sembianze di un mostriciattolo pauroso. Sono io, certo, ad avere paura, non voglio ammetterlo ma ho quel mix di sensazioni tra l’emozionato, il curioso, l’impaziente e..ebbene sì, il terrorizzato. Perché tanto noi mamme lo sappiamo che arriviamo baldanzose, cariche di tutte le nostre belle aspettative, e poi taaaaac, arriva la realtà, che di solito è un pelino meno azzurra e infiocchettata di quanto pensiamo.

Intanto, prima di sapere come sarebbe andata, per non farmi trovare impreparata ho cercato notizie sullo spannolinamento montessoriano e mi sono concessa un aperitivo con Francesca, fondatrice di EasyMum, un centro in cui mamme e famiglie si possano sentire accolte e supportate nel loro cammino con i figli.

Da quel piacevole incontro ho avuto tanti spunti interessanti e diverse conferme, oltre a qualche indicazione diversa da quello che credevo corretto. Continua a leggere

Chi mena prima mena due volte

morsi

Il famoso orologetto

Raccontavo, qualche mese fa, di quanto Cipollino amasse mordere. E di come le avevamo provate tutte e non sapevamo più che fare. Bene. Pian piano ha iniziato a diminuire con i morsi, iniziando però a pizzicare. Ora anche quel vizio sembra meno prepotente.

Sarà che era solo una fase.
Sarà che sta crescendo.
Sarà che ora capisce che non ottiene amore.
Sarà che ora capisce che provoca tristezza.

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