I 7 motivi per cui sono una madre degenere: #4 abbigliamento e cura

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Enea vestito carino, ma il capello ribelle lascia intendere la tendenza quotidiana

Quanto sono carini i bambini della pubblicità, sempre vestiti di tutto punto e pettinati da signorini. Un po’ alla baby George, per intenderci. Ecco, i miei non sono così, proprio per niente. Non so se finora mi son “salvata” dal ‘precisionismo‘ perché Enea, il mio primo figlio, è un maschietto vivace, vi saprò dire a breve se la nascita di Eva mi trasformerà in una mamma-principessa, ma dai primi segnali…direi di no.

Abbigliamento

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Di cose usate e pochi vezzi

Usato

Tutto “usato” tranne le scarpe

Che le mie scarpe da tennis costantemente ai piedi e il trucco solo quando capita non promettessero nulla di buono, credo fosse ormai chiaro anche a mia madre, affezionata al tacco 10 pure sui sampietrini e trucco, unghie e parrucco sempre a puntino.
Io no: se un giorno decido di mettermi lo smalto, ho le unghie di pasta sfoglia per mesi, ho i capelli corti perché tanto da lunghi li portavo sempre legati, e i miei piedini sono stati programmati per rifiutare un banalissimo tacco 4 dopo 30 minuti. Ci si poteva aspettare da me che diventassi una mamma fashion e vezzosa? Direi di no.

E infatti, il mio dolce angioletto biondo se ne va per il suo piccolo mondo con capelli boccolosi pettinati dal vento (sì, pettinati, non spettinati), tute comode, jeans, t-shirt e sticaxxi se si sporca.
Ma soprattutto, e adesso viene il bello, quasi tutto è di seconda mano. Sacrileggggggio! Continua a leggere

Il nostro carrello della spesa

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La prima volta di Enea nel carrello!

Premessa. questo articolo potrebbe urtare la sensibilità di vegetariani e vegani. Qui si racconta come proviamo a consumare in maniera responsabile, è la nostra esperienza di famiglia onnivora. Non cercate di farci cambiare idea, non deviamo dall’oggetto di questo articolo.

Come per molti altri aspetti della mia vita sono una persona fortunata. Nonni contadini e allevatori, ho avuto il privilegio di passare la mia infanzia mangiando tante cose di casa; pur abitando lontani, si andava a trovarli tutte le domeniche e ricordo bene, al ritorno, la macchina carica di verdure di stagione, carne varia congelata, uova e salumi. Da starci bene per quasi tutta la settimana. Poi certo, eravamo negli anni in cui la pubblicità e il marketing sono esplosi, rendendo necessario l’innecessario. Continua a leggere

Il nostro consumo (più o meno) consapevole

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La strada verso un consumo consapevole

Figlia di una madre che odia cucinare (ma quando lo fa, lo fa bene eccome!) e di una generazione in cui il prodotto industriale era visto come migliore di quello fatto in casa, la mia passione per la cucina ha mosso in adolescenza i primi passi partendo da una scatola di Torta pronta Cameo e un sacchetto di “4 salti in padella”. Crescendo ho affinato il gusto per le cose fatte a mano, fatte bene e fatte buone. Quando dopo 1 anno in cui vivevo da sola ho dovuto buttare una confezione di Sofficini perché scaduta, ho capito che il cambiamento procedeva nella giusta direzione. La svolta definitiva è stata data dalla nascita di Enea, complice il tempo a disposizione per esplorare il contesto del consumo consapevole e a filiera corta, e la voglia di dargli il meglio, sia a livello di qualità che di abitudini alimentari. Il risultato è stato l’ingresso nel Gruppo di Acquisto Solidale (GAS) di Fabriano, e la selezione di un numero limitato di produttori, coltivatori e allevatori perlopiù locali. Continua a leggere